Mafia e coronavirus? Anche la Spagna indignata

Scarcerati imputati per mafia sono 376, la bella figura è tutta italiana.

mafia e coronavirus secondo la spagna
proteste dei giorni scorsi nelle carceri italiane
imm. usata da El pais e Ansa

Dopo anni di calma generale, la mafia torna a vincere, trovando alleati importanti, oltre all’omertà di ministri e magistrati: il coronavirus.

In complesso, sono stati scarcerati 376 mafiosi, con crimini e accuse terribili. Le richieste sono arrivate dopo le paure di contagio per coronavirus. Tra i quasi 400 evasi troviamo anche alcuni sotto il regime del 41 BIS.

Tra l’indignazione, legittima, dei comuni cittadini, si unisce quella delle opposizioni, un po’ meno legittima. Ma in questo periodo è tutto un gran “perché”.  Dopo tutto questo caos, il capo del DAP, Basentini, si è dimesso, poiché non ha retto la pressione. Quello che fa imbarazzo, anche, tra tutto, è l’immagine che i cugini spagnoli si sono fatti di noi.

Falcone e Borsellino, uccisi dalla mafia

El Pais, giornale storico spagnolo, parla di un Bonafede (ministro della giustizia), attaccato e sotto pressione, con accuse gravissime. I sospetti fanno tornare la mente al passato, quando lo stato italiano si è visto in una trattativa paradossale con l’organizzazione mafiosa più famosa di sempre. (per colpa della quale le stragi e i morti sono, ahinoi, indimenticabili.)

Il famoso giornale ironizza sul fatto che “il coronavirus porta solo buone notizie per la mafia in Italia“. Inoltre, evidenzia il ‘terreno fertile‘, per queste organizzazioni, principalmente nelle città meridionali (Palermo, Napoli e Reggio Calabria). Sembra paradossale, dopo tanto caos, che i criminali che lasceranno il carcere saranno 6.000, a dimostrazione del fatto che il ministro grillino non abbia tenuto il polso forte nella gestione della giustizia.

Un occhio di stizza è venuto spontaneo, anche dalla Spagna, quando i maggiori boss di Mafia hanno realizzato che sarebbero tornati alle loro normali attività.

Tra i capi mafiosi usciti grazie alle indulgenze di “qualcuno” ci sono:

Pasquale Zagaria, fratello del supercapo della camorra.
Michele Zagaria, membro del clan dei Casalesi, è già libero. Era condannato al regime di isolamento del 41 bis, il più duro d’Italia, perché era il tesoriere di uno dei più grandi gruppi criminali della storia d’Italia (essi hanno emesso la condanna a morte di Roberto Saviano).
A Palermo è tornato Francesco Bonura, vice del capo di Cosa Nostra Bernardo Provenzano.

Il Ministro 5 stelle cerca rettifica, ma i capi storici sono già in strada per motivi sanitari.

Da poco è stato approvato il nuovo decreto, con il quale si cerca di riportare in carcere i boss. La maggior parte di questi non rientravano nel decreto che garantiva i domiciliari a chi ha pene inferiori ai 18 mesi.

Infatti, i motivi sanitari c’entrano poco e nulla, dato che le intercettazioni fatte sui telefoni dei carcerati palesano il tentativo di aggirare “l’ostacolo carcere”.

Insomma, nel 2020 la mafia riesce ancora a farla franca.

immagine di lidentitadiclio.com

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